POST ORWELL – 20 marzo 2017 – Filosofie di sopravvivenza in uno Stato distopico prima e dopo il 1984.
Di e con Giulio Valentini
Musiche di Lorenzo Giorda

Insita in una figurazione labirintica c’è la circolarità inestricabile, “il disorientamento” direbbe il Frye, “della direzione perduta, il gesto iterativo e antifinalistico.”
Nel mondo labirintico contrassegnato da un geometria fallace e capziosa, la natura assume il ruolo di un oggetto manipolante, ombra della realtà che si autoproclama nuovo paradigma del reale. Stefano Manferlotti, rivela come il labirinto, topos della letteratura moderna, sia particolarmente indicato per “tradurre la derisoria posizione dell’individuo che il mondo inghiotte e disorienta”.
All’inizio di 1984, Orwell fornisce alcuni tratti di Wiston Smith: trentanove anni e “un’ulcera varicosa sulla caviglia destra”, esile corporatura e capelli biondi molto chiari, uniforme azzurra del partito, dipendente del Ministero della Verità in Londra, città principale di Airstrip one, Prima pista, la terza delle più popolose province di Oceania. Ciò che attendeva Smith, ultimo uomo in Europa, unica coscienza pensante sopravvissuta in quel mondo di automi, era inoltrarsi all’interno di un reticolato labirintico specifico, quello totalitario, svelare l’incubo da esso prodotto e ricostituire almeno il proprio spazio di libertà per provare ad uscirne.
Tentativo che non va a buon fine: è impossibile uscire dal labirinto moderno. Nello stesso labirinto è immerso l’uomo del XXI° secolo, lo stesso con diverse forme. POST ORWELL, vuole essere un’indagine teatrale di quelle forme.

20 marzo 2017 ore 21:00
Lato b
via Psubio 13, Milano