C’è un film di Ingmar Bergman del 1966 che forse non casualmente s’intitola “Persona”. In questo film le due donne protagoniste rappresentano due aspetti della personalità di Bergman: uno è silenzioso per evitare di mentire, l’altro invece non smette mai di parlare. Disse Bergman: “Persona nasce da una riflessione sul concetto di verità, volevo capire quale fosse la verità e quando diciamo la verità”.

Alla fine di una relazione d’amore non esiste mai un’unica verità. La realtà presente, passata e futura si sdoppia e si corazza per affrontare il dolore, il distacco, il “lutto” come si è soliti dire…
TI AMO MA SONO ASINTOMATICO (Eretica Edizioni, 2020) vuole essere il racconto di una delle due verità: la storia di una storia d’amore in quarantaquattro piccoli racconti poetici.
Un amore così intenso da volgersi nel suo contrario, divenire tragico e inevitabilmente finire. Una relazione vista in tutte le sue fasi e i suoi momenti: dal primo incontro, al giorno dell’addio, fino ai duri tempi del distacco e della ricostruzione.

“Non so dire perchè questo film abbia preso vita ma so che è importante che io usi me stesso sia come albero che come ascia, alla fine è questo tutto ciò che ho”, affermò Bergman in un’intervista.
Con questo libro, potrei dire di aver provato a fare lo stesso uso della mia anima e soprattutto di aver finalmente compreso quanto è importante e decisivo: “imparare a vivere prima di essere nati ed imparare ad amare, prima di essere amati”.

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