Di e con Giulio Valentini
Musica di Ashti Abdo
Durata 60 minuti

Il suo osservatorio lo dedicò a Urania musa dell’Astronomia e lo denominò “Uranienborg”, ovvero “Castello di Urania”. Educato da uno zio viceammiraglio morto di polmonite per salvare il re caduto in un canale di Copenaghen, divenne astrologo, astronomo, viandante e alchimista. Morì il 24 ottobre del 1601 a seguito dello scoppio della vescica. L’evento era avvenuto undici giorni prima durante un banchetto che comunque, nonostante il dolore, decise di non abbandonare per non essere scortese. Per alcuni fu avvelenato da Keplero avido dei suoi studi, per altri dal mercurio che era solito assumere per fini alchemici. Anton Ceckov diceva che si comincia a scrivere perché “ci si fracassa il naso e non resta più altro dove andare”. Ticho Brahe, ancora studente, se ne vide tagliare via una parte in un duello e forse proprio questa fu una delle ragioni per cui decise di contribuire a scrivere la nuova storia delle stelle.

Spettacolo presentata al Festival “Teatro e Scienza” edizione 2022, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Chimica.

Ashti Abdo, cantante, autore e polistrumentista curdo, è originario di Afrin, vicino ad Aleppo, in Siria. La musica fa parte della sua vita da sempre: da bambino lo appassionano i suoni della natura dei dintorni di Afrin e, dalle colline affacciate sul suo villaggio, ascolta affascinato le storie degli anziani che cantano la sua terra. Inizia giovanissimo a cantare per fare addormentare la sorellina e a suonare lo strumento tipico curdo, il tembûr (saz). Entra a far parte dei Domo Emigrantes nel 2012 arricchendo la formazione di colori e atmosfere tipici della tradizione mediorientale e svolgendo con questo gruppo un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero.