Candy Candy e L'Uomo Tigre

Candy Candy e L'Uomo Tigre

Le mie elementari hanno avuto solo un nome: Fabiana.
Ci innamorammo, come ci si innamorava tra i nove e i tredici anni ai miei tempi e cioè più o meno guardando alla televisione il cartone animato giapponese Candy Candy.
Lei era la mia infermiera personale dai riccioli d’oro e io il suo bel principe azzurro di nome Anthony (biondo non lo ero, ma faceva lo stesso).
Tutto filava liscio finché un maledetto giorno accendemmo la Tv e vedemmo Anthony cadere da cavallo e morire.
Così senza preavviso.
Senza neanche una puntata interlocutoria che anticipasse l’evento in qualche modo o una mezza confessione della presentatrice.
Candy soffrì molto (come Fabiana) e poi trasferitasi a Londra conobbe Terence Granchester, il prototipo del ragazzino maledetto, un aristocratico angloamericano, spavaldo e anticonformista del quale, dopo un po’ di puntate, si innamorò perdutamente.

Così io, cercai di riciclarsi per somigliare a Terence.
Mi feci crescere i capelli e cominciai ad indossare camicette alternative che mio padre aveva conservato in ricordo della sua giovinezza o semplicemente dimenticato di buttare via.

Inizialmente il giochetto sembrò avere degli effetti su Fabiana.
Il nuovo modello di storia d’amore era sufficientemente travagliato e sofferto per costituire una variante a quello forse troppo melodrammatico avuto con me versione-Anthony, e per di più Candy nelle nuove puntate era anche osteggiata da una certa Iriza Legan una compagna di classe antipatica che assomigliava alla vicina di banco secchiona di Fabiana.
Tutto andava bene fino a che un giorno non entrò in gioco Salvatore.

Salvatore era il Terminator (pre Arnold Schwarzenegger) della scuola, un ragazzone di una spanna più alto di tutti e per di più più molto attacca brighe.
Io inizialmente non ebbi timore: i miei capelli erano lunghi abbastanza ed ero senza dubbio molto più simile a Terence di Salvatore, dunque…
Eppure, in poche puntate il nuovo venuto prese il mio posto.
Inpiegabilmente.

Solo un mese dopo compresi la scelta di Fabiana.
Un maledetto giorno senza preavviso.
Un maledetto giorno senza neanche una puntata interlocutoria.
Un maledetto giorno senza neanche una puntata interlocutoria che anticipasse l’inizio delle puntate, forse anche perchè una serie nuova di puntate non può iniziare con una puntata interlocutoria, perchè per esserci una puntata interlocutoria deve esserci prima una puntata anticipatoria e poi una puntata prosegutoria, insomma credo di essermi spiegato…ebbene un maledetto giorno, con solo due mezze parole stringate, la presentatrice introdusse l’inizio di una nuova serie, la nuova serie preferita da Fabiana e Salvatore: non più Candy Candy ma L’Uomo Tigre!

Quell’anno mi venne il morbillo.
Di seguito compresi che a differenza delle malattie infettive, che si possono avere solo in un’occasione perché poi si diventa immuni, il cuore si può infrangere svariate volte nella vita di un uomo.
Lezione che, a giudicare dal numero delle donne che ho lasciato o meglio da cui sono stato lasciato, penso di avere compreso bene. Purtroppo.

(Brano riveduto e corretto tratto della vecchia edizione di Supplizi, Supplì e Metempsicosi, di prossima ripubblicazione a partire dal 23 aprile 2323)