Scottex e l'ouvertureMi chiamo Scottex, ho cinque anni e mezzo e sono uno splendido Jack Russell Terrier. Sono bianco come un bicchiere di Piña Colada andato a male e ho un mantello di macchie che scendono a cascata sotto la pancia prima di fermarsi lì a causa della paura che sentono, di lanciarsi nel vuoto. Considerando che sono alto 25 centimetri credo che il coraggio non sia il loro forte. Neanche il mio per la verità…

Mi sono laureato in lettere canine con una tesi su Dog Orwell e il Comucanismo Sovietico. Amo la birra rossa e le belle barboncine. Seguendo il didietro di una di esse nel 2001 sono arrivato a Micano. Sono rimasto in questa città come ci s’innamora di quella cagna che non ti fa perdere il muso ma ti trascina giorno per giorno come su un carrello al dogmarket, ti spezza le fette biscottate nella pappa e ti lascia rotolare, di tanto in tanto, dall’ombellico al sesso.

Lavoro in dog center internazionale dove sono sopravvissuto grazie alla tecnica ca-zen del Pi-Kuan: la contemplazione del muro! Che cosa è il Pi-kuan? Semplice: mentre gli altri si danno da fare, io fisso un punto nello spazio e trasferisco il cervello in volo canastrale in qualche luogo imprecisato del Perrodiso. Cioè in realtà non so se quello è veramente il Perrodiso perché io nel Perrodiso non ci sono mai stato e molto probabilmente finirò al Canerno. Però se non è il Perrodiso, non è il Perrorgatorio e non è nemmeno il Canerno, non so realmente che cosa esso sia, che poi non sarebbe una novità dato che io non so mai niente e per questo faccio quasi tutto a, come si dice, insomma a… cazzo di cane, ecco l’ho detto! Va beh boh, anzi BAUUUUUU!!!

Ho fallito come copywriter in un’importante agenzia canicitaria e sono felice perchè ancora qualche giorno là dentro e mi sarei impiccato allo schermo del Mac con la coda.

Amo Canenio Barba, il Terzo Teatro e la terza sponda del fiume come un’orca assissina ama una foca flaccida su un trampolino. Amo Canusto Boal come un cipresso oppresso e depresso, l’acqua piovana. Amo me stesso, forse troppo e infatti ogni tanto vengo lasciato da qualche cagna con le ali che poi io penso che si sia messa a fare la prostituta in qualche canile, ma forse ha solo deciso di darla a un altro. Che poi è più o meno la stessa cosa. Anzi no.

Con il libro CANOPPLIZI, DOGPPLI’ E PERROPSICOSI, mi sono guardato allo specchio per la prima volta. Poi la luce si è fulminata. Di recente l’ho accesa e fuori la pioggia cadeva ridendo. Ma forse era solo l’effetto del cancognac.

Un grande scrittore canino una volta ha detto: “Nessuno che non abbia sofferto come un cane scrive come un Dio”; io non credo di scrivere come un Dio ma ogni tanto soffro come un cane.

Forse perché sono un cane. Forse no.